Tra “bestie” (al lavoro sanno di cosa sto parlando) e casini aggiunti che si risolvono piano piano sono vivo…e tra qualche giorno ci potrà essere un trasloco virtuale…sì Informetica migrerà in Inghilterra!
Non vi preoccupate se per qualche giorno il sito fosse non raggiungibile. Tornerà più splendente di prima e, si spera, con un po’ di belle sorprese!
Questa primavera, dopo il processo di convincimento di un mio collega mi sono deciso a vedere Boris.
Mi aveva dato in pasto le prime due serie…ma erano rimaste lì nel cassetto.
Una volta cominciato, mi ha decisamente coinvolto.
Come potete vedere da qui la serie nasce nel 2007 come uno strano esperimento ricco di attori di un certo spessore.
Narra le disavventure di una troupe televisiva italiana che cerca di girare una fiction sullo stile di “Un posto al sole”, piuttosto che “Incantesimo”.
Oltre a essere recitato molto bene, permette a chi lo vede di ridere molto amaramente delle disavventure del nostro paese. Una risata che si spera sia liberatoria, pronta per esplodere in un nuovo impegno da parte di tutti per riuscire a far ritornare questo paese, un paese giusto e solidale con i suoi cittadini.
Per avere una idea chiara di questo ultimo pensiero, guardate e seguite attentamente il terzo filmato che parla de “La locura”.
“…questa è l’Italia del futuro; un paese di musichette mentre di fuori c’è la morte!”
Questo afferma uno degli sceneggiatori…ma quanto è vero in questo periodo?
In certe parti mi sono ritrovato nelle dinamiche che nel lavoro precedente con la pubblica amministrazione erano decisamente di ordinaria amministrazione e che mi causavano una sofferenza notevole.
Vedere gente di buona volontà anche nel pubblico e il proprio lavoro soffocati da logiche assurde di parentele, amicizie che tutto sono tranne che la rappresentazione della professionalità…è abbastanza deprimente.
Avete trovato tre assaggi, ma vi consiglio di correre immediatamente a comprare la prima stagione in DVD.
Ne vale veramente la pena!
Episodio accaduto sul treno delle 18.43 che andava da Milano a Torino.
Premetto che non ho nulla con i controllori che fanno il loro mestiere. Devo constatare però, data ormai la frequenza giornaliera della rete ad Altà Velocità, che pochi hanno un atteggiamento professionale e cordiale durante la loro attività. Posso capire la frustrazione, ma io se avessi un comportamento simile al lavoro sarei licenziato nel giro di poche ore.
Passiamo all’episodio: passa un controllore donna; uno straniero che parlava inglese in modo abbastanza chiaro chiede spiegazioni sulla natura del biglietto. Il controllore risponde biascicando quattro parole quattro, quasi infastidito di dover parlare una lingua straniera (…fantastico quando ha detto “stamped” invece di “printed”). D’altra parte siamo solo nel treno fiore all’occhiello di Trenitalia, quindi sicuramente frequentato da pochisssssssiiiimi stranieri.
Passa da me, presento il mio biglietto e, poiché ero preso nella mia attività al computer, rispondo “Grazie, buona sera” prima del “suo” tempo.
Mi sento rispondere: “Guardi che non me ne sono mica andata, buonasera me lo deve dire dopo.”
….e già questa….per rincarare la dose della carrozza 9, alla fine della perquisizione della carrozza arriva a fare due multe.
1) Il lavoratore: passeggero in possesso del biglietto delle 19.43 (che è un Eurostar che fa Milano – Torino) ma che non passa da Centrale ma da Garibaldi; biglietto pagato con regolare prenotazione, ma la multa è stata di 70 euro in quanto doveva dichiarare al customer care davanti al treno che stava salendo su un locomotore differente da quello del biglietto.
E’ ridicolo in quanto il treno è della medesima “classe” (un eurostar), il chilometraggio è più o meno lo stesso. Giustamente se ci sono delle regole, vanno rispettate, quindi 70 euro.
Il passeggero, dopo aver cercato di capire la logica di questa multa e spiegando che è già una grazia divina se si riesce a prendere un treno precedente per aver finito di lavorare prima, incassa con il pensiero di inserire tutto in nota spese della trasferta.
2) Il recidivo: la nostra “Black Mamba” dei controllori si imbatte nell’ultimo passeggero della carrozza che risulta NON solo senza biglietto, ma si inventa che una certa Fatima nonsochi gli ha fatto il biglietto e non si ricorda il PNR. La nostra eroina allora non solo comincia a fare la sanzione, ma la aumenta a 200 euro la multa in quanto il personaggio si è inventato un codice di biglietto elettronico fittizio.
Comincia allora un siparietto fatto di un atteggiamento spocchioso e autoritario da parte della nostra donna Kill Bill che utilizza parole molto ferroviarie (“per cortesia, vada nel vestibolo ad utilizzare questo linguaggio”) e la vittima ancora più infastidita che comincia a tirarle giù le Sante, andando avanti per un bel po’ di minuti.
Non commento il fatto di aver sanzionato le due persone; se ci sono sono delle regole è giusto rispettarle.
Trovo veramente poco professionale il modo di aver trattato delle persone che, oltre ad essere fatte di un cuore pulsante e di carne, fanno parte di quel gruppo di umani che pagano il tuo stipendio.
Ribadisco: se queste cose venissero notificate in una azienda veramente privata, probabilmente una persona così verrebbe almeno avvertita dalla direzione riguardo questo comportamento irriguardoso nei confronti del cliente.
Cara “Black mamba”, non è poi un episodio isolato la sceneggiata che hai fatto questa sera, ma fa parte di una serie. E’ diventato noto l’episodio di un tentativo di placcaggio perpetrato a due pendolari, regolarmente abbonati Torino Lingotto – Milano, su un treno destinato alla stazione torinese per un problema di percorrenza tra Porta Nuova e Lingotto.
Spero che tu possa rinsavire presto, intanto ti lascio un bel video per cominciare a imparare un po’ di basic di inglese che, ricorda…..serve sulla Torino – Milano perché esistono delle persone di altri paesi che non parlano la tua stessa lingua!