Premessa: mi sono iscritto a Facebook per caso più di un anno fa, letteralmente trascinato dal mio amico giapponese Ken che continuava amorevolmente a tartassarmi. Fino ad allora utilizzavo (e uso ancora oggi) LinkedIn, un social network orientato al mondo del lavoro.
Ero già rimasto traumatizzato dai racconti della mia teacher irlandese riguardo Bebo e adesso capisco perché…
Premetto che Facebook mi piace come strumento (vado pazzo per la Geo challenge), ma ci sono delle aberrazioni create dal suo uso sconsiderato che portano a delle situazioni un po’ difficili da gestire.
Ne riassumo un paio:
- “Oh my God, they are everywhere!“: migliaia di messaggi di posta elettronica che arrivano per dirti qualsiasi cosa; per riuscire a disattivare le notifiche impieghi quel mezzo secolo a spuntare tutte le voci di possibili invii.
- L’utilizzo improprio del concetto di amicizia: ok, si può diventare anche amici per caso, ma qui un tantinello si esagera! Un’idea di quello che penso ve la potete fare vedendo il filmato della grande Caterina Guzzanti. Conosco tante persone per le mie attività passate e presenti in vari campi tra università, teatro, AC, inglese e con molte ho stretto legami di amicizia che durano tuttora, ma ogni tanto mi arrivano delle “friend request” di gente che a malapena ho visto una volta.
Per carità…all’inizio le aggiungevo; adesso se non la conosco, faccio che ignorare la sua richiesta a meno di capire tramite messaggio chi effettivamente sia.Mi ha fatto veramente pensare una “friend request” che ho ricevuto qualche mese fa; accetto (più o meno ricordandomi dove l’avevo vista e di esserci al massimo salutati) e dopo circa una settimana mi manda un messaggio e mi chiede….”Scusa, ma dove ci siamo incontrati?”; direi che ci sono rimasto persino male.
- I miliardi di idiozie cui ti viene proposto di rispondere e, come nel peggiore dei worm, ti è chiesto di inoltrare l’applicazione/test/chissàchecosa alle persone che conosci. AAARRRRGGHHH!
In certi momenti ho rimpianto ISCA, la prima BBS che frequentai nel 1994 con Etta, Haran Banjo, Chiara…che utilizzavo all’Università grazie ancora al “sistema libero” che imperversava tra i terminali VT100; sapendo quattro comandi in croce e con un po’ di malizia informatica acquistata ai tempi d’oro del Commodore 64, riuscivi a collegarti e andare in giro per il mondo!!! Altro che aspettare il terzo anno, per avere il login ufficiale…ma queste sono altre storie che arriveranno con altri post.
Un saluto da chi si prepara al primo sabato lavorativo che inaugura il “crunch time”!
Marco