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Pisa…sto arrivando con un seminario interattivo!

Volantino_smallI post in questo blog compaiono a fatica, anche se ci sarebbero tonnellate di cose da scrivere: i fatti che mi stanno capitando, il nuovo PC (un mostro da 6 GB e doppio hard disk da 1 TB in RAID 1 e altro ancora!), una lezione all’università di Milano.
Al momento riesco a lasciare questa traccia, ovvero la mia presenza giovedì 13 maggio all’università di Pisa per Milestone come video game evangelist; sono ospite di un gruppo di studenti per parlare del mondo dei videogiochi e mostrare il legame che c’è con il mondo accademico.

Per chi non lo sapesse, la maggior parte degli esami che sembrano teoria pura poco applicabile durante il corso di laurea (vedi intelligenza artificiale….ho sempre avuto delle passioni molto di nicchia… 🙂 ), trovano finalmente una vera e propria declinazione e applicazione in questo contesto.
E’ bello percepire l’interesse e l’entusiasmo da parte di studenti e docenti per questo mondo; ciò mi dà una carica nel lavorare e cercare di dare il massimo che mai avrei pensato!

Vedremo che succederà giovedì!

Intanto, grazie al mio collega Marco, scopro che qui parlano di me!!!

Saluti accademici,
Marco

Un contributo equilibrato al delirio di questi giorni

In questi giorni in cui il tema pedofilia dilaga, ecco un contributo che ho ricevuto in posta elettronica questa domenica.
Trovo decisamente discutibile il modo in cui la Chiesa sta portando avanti la tematica, ma forse sbagliare in questo modo potrà essere decisivo per ridiscutere certi temi e poter virare decisamente verso la Verità.
Ho di nuovo in mente l’immagine di un mago pasticcione vestito da Silvan che, nel momento in cui si accorge di aver dimenticato qualcosa per completare il suo trucco di magia, comincia a tirare fuori in modo forsennato gli oggetti i più disparati.
Così sembra la Chiesa che sta tirando fuori tutta una serie di frasi e di difese “immature” che affossano il bene generato per secoli e secoli…per che cosa? Per difendere il proprio potere? Per che cosa?
Ecco questo sto cercando proprio di capirlo.

Mi rendo conto che questi fatti così evidenti possano sconvolgere molto le persone, ma questo non giustifica il fatto che sia necessario arrampicarsi sui vetri per difendere la propria condotta.

Tutti commettiamo errori in quanto uomini. Punto. Niente altro da dire e da discutere…
Già gli uomini non ammettono i propri errori, almeno lo facesse la Chiesa…
Le gerarchie romane probabilmente non la pensano troppo così, dopo certe uscite che rischiano di giustificare un po’ troppo questa situazione.

Vi lascio al contributo.

Saluti di riflessione,
Marco

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Sono un cattolico, impegnato nella Chiesa cattolica fin dai tempi della giovinezza (i tempi di Carlo Carretto e della GIAC-Gioventù italiana di Azione cattolica), e sono profondamente amareggiato dal modo con cui la mia Chiesa gestisce il tremendo e dilagante scandalo della pedofilia.
Si scopre oggi che nell’arco dell’ultimo mezzo secolo si è verificata una grande quantità di casi di pedofilia praticata da membri del clero (o da appartenenti ad istituzioni religiose cattoliche) a danno di bambini e di adolescenti.
Il fenomeno è apparso ben presto di proporzioni enormi, rivelando una diffusione inimmaginabile: è esploso dapprima negli USA, poi ha coinvolto il Canada; in seguito ha investito l’Europa (Irlanda, poi Germania, poi Italia); e, a questo punto, non è improbabile che la frana si allarghi ad altri Paesi europei ed extraeuropei (già arrivano notizie allarmanti dalla Norvegia, dal Messico, dal Sudafrica).
Non mi interessano le conseguenze economiche che la Chiesa cattolica giustamente subisce e che – pur comportando un imponente dissanguamento patrimoniale che distoglie consistenti risorse economiche dalle finalità istituzionali della Chiesa – riguardano la ovvia necessità di risarcire i gravissimi danni prodotti alle vittime.
Mi interessano, invece, la obiettiva gravità dei fatti e la linea difensiva adottata dalla mia Chiesa:
una linea volta anzitutto a minimizzare, affermando che tal genere di fatti è ampiamente diffuso nella società di oggi. Come se dal cristiano (ed in particolare dal prete) non ci si dovesse attendere una particolare limpidezza di comportamenti ed un senso di responsabilità superiore alla media della popolazione.
Mi addolora, in particolare, la disinvoltura con cui oggi si parla – nelle alte sfere della gerarchia cattolica – di “tolleranza zero” quando fino a ieri si è adottata, nei confronti di quell’orrendo fenomeno delinquenziale, un’ampia e sistematica tolleranza, consistente nel limitarsi a trasferire (talvolta imponendo, tutt’al più, un mero trattamento psicologico) il prete colpevole in un’altra parrocchia o in un altro istituto religioso: favorendo in tal modo – con incredibile insipienza – una “metàstasi” che diffondeva largamente il “cancro”.
Sta emergendo, inoltre, un particolare impressionante: la mia Chiesa ha sempre evitato di informare di quei delitti le Autorità giudiziarie dei Paesi in cui i fatti venivano commessi; ed anzi, esisteva persino una severa normativa canonica (emessa anni fa nientemeno che dall’ex “Sant’Uffizio”, oggi denominato “Congregazione per la dottrina della fede”) che imponeva il più assoluto silenzio sui delitti in questione e che comminava addirittura la scomunica per chi avesse lasciato trapelare il terribile segreto all’esterno della struttura ecclesiastica.
Quindi anche la denuncia all’Autorità giudiziaria competente era rigorosamente vietata.
Tutto ciò è gravissimo. In qualunque tipo di società civile causerebbe, secondo i comuni criteri di correttezza, dimissioni a valanga. Eppure ad altissimi livelli ecclesiastici si parla sprezzantemente di “chiacchiericcio”. E’ ben vero che la stampa ci sguazza; ma ci sguazza non solo per gusto scandalistico, bensì perché si tratta di cose che interessano fortemente genitori ed educatori (specialmente quelli che confidavano nella sicura correttezza educativa delle istituzioni cattoliche); e, inoltre, perché la linea seguita dalla mia Chiesa in questa vicenda è – a mio modesto avviso – una linea inaccettabile, debolissima e, oltre tutto, controproducente perché suscita la netta impressione che si voglia sopire, impedire critiche, imporre il silenzio.
Io ho fatto il giudice per tutta la vita (ora sono in pensione) e tale atteggiamento della mia Chiesa mi ferisce profondamente perché è in aperto contrasto con le esigenze della giustizia, che sono esigenze di verità.
Inoltre, come cristiano, rilevo che nella tristissima vicenda io non ho mai – dico MAI – sentito citare dalla mia Chiesa una frase fortissima che Cristo ha detto proprio in relazione a casi di questo genere. La frase è nel Vangelodi Matteo, cap.18, versetti 6 e 7: “Chi scandalizza anche uno solo di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina da mulino e fosse gettato negli abissi del mare”.
E’ un’immagine durissima, che è – senza dubbio – simbolica (Cristo non intendeva, certo, approvare la pena di morte); ma essa esprime con plastica efficacia, e con infinito amore per i più piccoli e i più indifesi, la enorme gravità di simili delitti; una gravità che la normativa emanata a suo tempo dalla “Congregazione per la dottrina della fede” e l’attuale comportamento della mia Chiesa non sembrano, purtroppo, cogliere pienamente. Occorrerà che la Chiesa cattolica, a tutti i livelli, faccia un profondo esame di coscienza ed abbia il coraggio e l’umiltà di accettare con prontezza e fino in fondo il messaggio di Cristo.

Torino, 11 aprile 2010
Rodolfo Venditti

In mezzo a questa pauta…un’altra scintilla!


Nello schifo che sta capitando in questo paese Milena Gabanelli ci mostra un punto di vista oggettivo.
Per chi legge: non mi importano le vostre idee politiche, mi importa che riflettiate sulle tematiche proposte dalla giornalista di Report.
Non è da “comunisti” invitare a riappropriarsi della propria libertà, ri-acquisendo il proprio senso critico che permetta di decidere quale siano il male, il bene oggettivo e i propri doveri nei confronti della società.
E’ semplicemente da persone di buon senso.

“Siamo sull’orlo della sconfitta civile”: come non si può non fare la rivoluzione dopo i fatti di queste settimane?
Come si può accettare che un presidente del Consiglio faccia il diavolo a quattro in SEI canali televisivi…come si fa a non pensare di essere tornati al fascismo?

Per me la rivoluzione parte proprio da domani, dal fatto di andare a votare.

E’ normale e non eroico rifiutarsi di calpestare ciò in cui si crede“.
Milena…grazie!!!!

Saluti impegnati,
Marco

Paurosamente attuale…

elsaMorante
Vi propongo il testo originale della Morante e non quello che circola in rete “compresso” un po’ troppo ad hoc.

Mussolini e la sua amante Clara Petacci sono stati fucilati insieme, dai partigiani del Nord Italia.
Non si hanno sulla loro morte e sulle circostanze antecedenti dei particolari di cui si possa essere sicuri. Così pure non si conoscono con precisione le colpe, violenze e delitti di cui Mussolini può essere ritenuto responsabile diretto o indiretto nell’alta Italia come capo della sua Repubblica di Sociale.
Per queste ragioni è difficile dare un giudizio imparziale su quest’ultimo evento con cui la vita del Duce ha fine.
Alcuni punti però sono sicuri e cioè: durante la sua carriera, Mussolini si macchiò più volte di delitti che, al cospetto di un popolo onesto e libero, gli avrebbe meritato, se non la morte, la vergogna, la condanna e la privazione di ogni autorità di governo (ma un popolo onesto e libero non avrebbe mai posto al governo un Mussolini). Fra tali delitti ricordiamo, per esempio: la soppressione della libertà, della giustizia e dei diritti costituzionali del popolo (1925), la uccisione di Matteotti (1924), l’aggressione all’Abissinia, riconosciuta dallo stesso Mussolini come consocia alla Società delle Nazioni, società cui l’Italia era legata da patti (1935),la privazione dei diritti civili degli Ebrei, cittadini italiani assolutamente pari a tutti gli altri fino a quel giorno (1938).
Tutti questi delitti di Mussolini furono o tollerati, o addirittura favoriti e applauditi. Ora, un popolo che tollera i delitti del suo capo, si fa complice di questi delitti. Se poi li favorisce e applaude, peggio che complice, si fa mandante di questi delitti.
Perché il popolo tollerò favorì e applaudì questi delitti? Una parte per viltà, una parte per insensibilità morale, una parte per astuzia, una parte per interesse o per machiavellismo. Vi fu pure una minoranza che si oppose; ma fu così esigua che non mette conto di parlarne. Finché Mussolini era vittorioso in pieno, il popolo guardava i componenti questa minoranza come nemici del popolo e della nazione, o nel miglior dei casi come dei fessi (parola nazionale assai pregiata dagli italiani).
Si rendeva conto la maggioranza del popolo italiano che questi atti erano delitti? Quasi sempre, se ne rese conto, ma il popolo italiano è cosìffatto da dare i suoi voti piuttosto al forte che al giusto; e se lo si fa scegliere fra il tornaconto e il dovere, anche conoscendo quale sarebbe il suo dovere, esso sceglie il suo tornaconto.
Mussolini,uomo mediocre, grossolano, fuori dalla cultura, di eloquenza alquanto volgare, ma di facile effetto, era ed è un perfetto esemplare e specchio del popolo italiano contemporaneo. Presso un popolo onesto e libero, Mussolini sarebbe stato tutto al più il leader di un partito con un modesto seguito e l’autore non troppo brillante di articoli verbosi sul giornale del suo partito. Sarebbe rimasto un personaggio provinciale, un po’ ridicolo a causa delle sue maniere e atteggiamenti, e offensivo per il buon gusto della gente educata a causa del suo stile enfatico, impudico e goffo. Ma forse, non essendo stupido, in un paese libero e onesto, si sarebbe meglio educato e istruito e moderato e avrebbe fatto migliore figura, alla fine.
In Italia, fu il Duce. Perché è difficile trovare un migliore e più completo esempio di Italiano.
Debole in fondo, ma ammiratore della forza, e deciso ad apparire forte contro la sua natura. Venale, corruttibile. Adulatore. Cattolico senza credere in Dio. Corruttore. Presuntuoso: Vanitoso. Bonario. Sensualità facile, e regolare. Buon padre di famiglia, ma con amanti. Scettico e sentimentale. Violento a parole, rifugge dalla ferocia e dalla violenza, alla quale preferisce il compromesso, la corruzione e il ricatto. Facile a commuoversi in superficie, ma non in profondità, se fa della beneficenza è per questo motivo, oltre che per vanità e per misurare il proprio potere. Si proclama popolano, per adulare la maggioranza, ma è snob e rispetta il denaro. Disprezza sufficientemente gli uomini, ma la loro ammirazione lo sollecita. Come la cocotte che si vende al vecchio e ne parla male con l’amante più valido, così Mussolini predica contro i borghesi; accarezzando impudicamente le masse. Come la cocotte crede di essere amata dal bel giovane, ma è soltanto sfruttata da lui che la abbandonerà quando non potrà più servirsene, così Mussolini con le masse. Lo abbaglia il prestigio di certe parole: Storia, Chiesa, Famiglia, Popolo, Patria, ecc., ma ignora la sostanza delle cose; pur ignorandole le disprezza o non cura, in fondo, per egoismo e grossolanità. Superficiale. Dà più valore alla mimica dei sentimenti , anche se falsa, che ai sentimenti stessi. Mimo abile, e tale da far effetto su un pubblico volgare. Gli si confà la letteratura amena (tipo ungherese), e la musica patetica (tipo Puccini). Della poesia non gli importa nulla, ma si commuove a quella mediocre (Ada Negri) e bramerebbe forte che un poeta lo adulasse. Al tempo delle aristocrazie sarebbe stato forse un Mecenate, per vanità; ma in tempi di masse, preferisce essere un demagogo.
Non capisce nulla di arte, ma, alla guisa di certa gente del popolo, e incolta, ne subisce un poco il mito, e cerca di corrompere gli artisti. Si serve anche di coloro che disprezza. Disprezzando (e talvolta temendo) gli onesti , i sinceri, gli intelligenti poiché costoro non gli servono a nulla, li deride, li mette al bando. Si circonda di disonesti, di bugiardi, di inetti, e quando essi lo portano alla rovina o lo tradiscono (com’è nella loro natura), si proclama tradito, e innocente, e nel dir ciò è in buona fede, almeno in parte; giacché, come ogni abile mimo, non ha un carattere ben definito, e s’immagina di essere il personaggio che vuole rappresentare.

(Elsa Morante, 1° maggio 1945)

Saluti in attesa,
Marco

Mamma mia…truzzo forte…

L’avevo già postato su Facebook ma un incontro fatto a Milano, presso stazione Centrale, mi ha illuminato di nuovo e mi ha fatto decidere per il post.
Ancora lo guardo e non posso credere che l’abbiano fatto….

A questo punto che faccio…come lo catalogo? Beh, dai….Mondo Internet…sì…Internet è capace ANCHE di questo.

Saluti…ma truzzi forte….
Marco

La mia partenza al mattino…


Dal grande Fantozzi, un riassunto di quella che è la mia mattina tipo per andare in stazione…e la dimostrazione di quanto sia inossidabile e triste il primo ciclo di Fantozzi.

Da notare..”No, non lo aiutare sennò è squalificato, deve arrivarci da solo…“…tremendo.
Adesso mi butto nella grande esperienza Heavy Rain!!!

Saluti serali,
Marco

Heavy rain, looking for the Origami killer


I’m not used to write about games before watching and analyzing them; in this case I made an exception.
At Christmas I received (not payed yet….thank you Luca…at the moment) a PS3.
Even if at home I have other nice “tools” (Microsoft XBox 360 Sony PS2, Nintendo Gamecube, a PSP FAT and a Nintendo DS Lite), I decided to “buy” the Sony’s third daughter mainly for two games:

I played and completed Fahrenheit (called also Indigo Prophecy), the previous game of Quantic dream studio and I liked very much.
The ending is not so good, but the ideas behind the game are original.
I think is one of the few “interactive movie” that I have finished in my history of video game player.
Now I have played the “four days” experience of Heavy Rain and the PS3 demo (won with the 4 day exp) and I can say that it can be a great masterpiece in the video game history.
Something that is really different from the “usual soup” of video games today.

Now I have to wait until February 24th, day of its release. Cross fingers before playing!

Fun regards,
Marco

Una perla da Max Gazzè

favolaDiAdamoEdEva
Sfogliando il Singstore per preparare il pomeriggio Singstar domenica, ritrovo Max Gazzè.
Risentendo una delle prime canzoni che me lo ha fatto conoscere, mi sono accorto quanto “La favola di Adamo ed Eva” sia attuale oggi.
A questo link trovate il link originale in alta definizione, un must per il proprio IPOD, così come tutto l’album da cui è tratta.

La favola di Adamo ed Eva (1998)

Santi numi ma che pena mi fate
strozzati inghiottiti come olive ascolane
spiedini di carne in fila sulle autostrade
saldare al casello tanto per ringraziare
pensarsi arrivati dopo un lungo week-end
chiedo venia trovo un po’ esagerato
pagare tre volte un litro di benzina
sentirsi ridire con sorrisi di rame
che sono costretti dal mercato dei cambi

ma andate a cagare voi e le vostre bugie

Credo di notare una leggera flessione del senso sociale
la versione scostante dell’essere umano che non aspettavo
cadere su un uomo così divertente ed ingenuo da credere ancora
alla favola di Adamo ed Eva
la favola di Adamo ed Eva

Dico quel che penso e faccio quello che dico
l’azione è importante siamo uomini troppo distratti
da cose che riguardano vite e fantasmi futuri
ma il futuro è toccare mangiare tossire ammalarsi d’amore

Credo di notare una leggera flessione del senso sociale
la versione scostante dell’essere umano che non aspettavo
cadere su un uomo così divertente ed ingenuo da credere ancora
alla favola di Adamo ed Eva
la favola di Adamo ed Eva

Saluti notturni e in economia…

Marco